Sentirsi a casa: L'evoluzione dell'abitare
Monday, July 18, 2022
Sentirsi a casa è un’espressione usata quando si vuole esprimere appagamento, tranquillità e familiarità fra le pareti di uno o più ambienti. Chi si sente a casa sa riconoscere il proprio luogo nel mondo, grazie alla familiarità con lo spazio in cui vive. Questo è spesso riconducibile a oggetti, profumi o mobili, che inconsciamente ci riconducono a luoghi tranquilli e familiari.
Sentirsi a casa è anche sentirsi a proprio agio e ciò accade quando si è consapevoli di poter intervenire liberamente nelle situazioni, magari cambiando qualcosa in favore di un’altra. Quando, ad esempio, si vuole intervenire sull’interno o l’esterno della propria abitazione, lo si fa per effettuare delle modifiche che migliorino l’ambiente circostante, tanto da renderlo più confacente e riconoscibile.
È proprio nel rispetto di tali esigenze personali che Deghi offre una vasta gamma di proposte sia per l’interno che per l’esterno della casa, adeguatamente selezionate per soddisfare le esigenze più disparate o particolari.
La trasformazione della casa fra 800 e 900
Con la Rivoluzione Industriale nascevano le città , aumentava il proletariato urbano e si formavano i tipici quartieri popolari intorno alle fabbriche. Nell’ottocento, le condizioni abitative del ceto popolare non erano delle migliori, i quartieri riservati agli operai erano generalmente malsani, circondati da inquinanti di ogni tipo. I quartieri borghesi, invece, erano migliori dal punto di vista igienico-sanitario e le abitazioni erano spesso sontuose, con bei giardini.
Nel Novecento la popolazione urbana aumentava ancora di più e nascevano le cosiddette città -satellite, intorno agli insediamenti industriali più importanti. L’entrata nel XX secolo ha portato importanti innovazioni edilizie, come ad esempio l’uso del cemento armato, ma anche l'aumento della salubrità degli edifici, indipendentemente dalle classi sociali. In seguito alla Seconda Guerra mondiale, poi, le città si sono estese intorno al centro storico, introducendo la cosiddetta povertà architettonica, dovuta alla speculazione edilizia, che, più della qualità del prodotto, prediligeva i numeri. Nascevano così i palazzoni senza personalità , enormi scatole di cemento, costituiti da un numero infinito di vani.
Oggi, casa moderna o contemporanea
Anche se lo stile moderno e quello contemporaneo hanno molte caratteristiche in comune, restano dei design con identità precise e storie diverse. Le linee semplici e funzionali degli elementi d’arredo, rappresentano il più evidente punto d’incontro tra i due stili, tuttavia mentre l’arredo moderno nasce in un preciso momento storico, l’arredo contemporaneo rappresenta l’essenza delle innovazioni del momento.
La natura dello stile moderno si nutre del concetto di “bello se funzionale” ed esprime il bisogno di uno spazio abitativo ideato per essere utile. Ha introdotto l’uso di metalli, vetro e laminati plastici, per ricoprire il legno e donargli nuove finiture più lucide e brillanti e negli anni si è evoluto fondendosi con l’idea di minimalismo delle forme e degli spazi.
Per arredo moderno si intende tutto ciò che il design ha creato nell’ultimo secolo, uno stile sobrio e semplice, che crea un ambiente pratico e facile da pulire. L’arredo contemporaneo invece è rivolto alla scelta di materiali adatti a ricreare un ambiente comodo, pratico e bello. È uno stile camaleontico che bandisce le decorazioni e si ispira alla geometria in tutte le sue forme.