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Il Naso ha memoria?

La domanda, è volutamente provocatoria: il naso di per sé non possiede una memoria, eppure tutti abbiamo sperimentato esperienze nelle quali un odore ha evocato un evento, un luogo o un periodo ben precisi, e allora? Ebbene è scientificamente provato che esiste una memoria olfattiva, ossia il nostro cervello, proprio come fa con le immagini e le altre informazioni sensoriali, registra gli odori e spesso li associa addirittura a speciali ricordi emozionali. Questo tipo di ricordi è così ben radicato nella mente, che ultimamente i produttori di profumi hanno iniziato a creare essenze che evocano luoghi che potrebbero destare emozioni sopite, come ad esempio la linea Step Aboard, interamente basata su odori che ricordano determinate città, come Milano e Londra.

Perché l’olfatto è così rilevante?

L’olfatto è un senso basato sulla chimica, che ha prevalentemente lo scopo di individuare quegli agenti che provocano il rilascio di un dato odore nell’ambiente circostante. Questo in natura ha un’importanza chiave per la sopravvivenza di un animale, consentendogli di evitare o reagire prontamente a pericoli quali la presenza di un predatore o una sostanza nociva, oppure di capire se un cibo è ancora commestibile. La gradevolezza di un odore è intimamente legata a questo processo di individuazione primordiale (anche se nell’uomo influenze socio/culturali possono arrivare a modificarne la scala). Per questo che l’olfatto in molti animali è uno dei sensi più efficaci e, sebbene il nostro olfatto sia molto meno precettivo di quello animale, è così anche nell’uomo.

Come viene elaborato un odore percepito?

Sorvolando sul processo fisico/metabolico che consente di percepire un dato odore, svolto dai neurotrasmettitori specializzati dell’epitelio olfattivo nasale, le informazioni così raccolte vengono inviate al rinencefalo, che comprende il bulbo olfattivo, il tratto olfattivo, il nucleo olfattivo anteriore, parti dell’amigdala e altre strutture cerebrali coinvolte nell’elaborazione degli odori percepiti. Al termine del loro viaggio attraverso il rinencefalo le informazioni olfattive debitamente rielaborate raggiungono quelle aree del cervello deputate ai ricordi degli odori, ossia la memoria olfattiva, che ci permette di associare gli odori percepiti a qualcosa di sperimentato. Questa associazione è ciò che genera la sensazione che ci trasmette un aroma, ossia l’interpretazione che ne dà il nostro cervello. Nel caso si tratti di un odore già sperimentato questa sensazione, oltre a farcelo sentire più o meno gradevole a seconda di vari fattori, accenderà anche il ricordo di cosa in passato lo ha prodotto. Visto che le aree del cervello deputate agli odori fanno parte del cervello primordiale (gran parte delle strutture del rinencefalo sono infatti condivise con il sistema limbico), il piano emotivo riveste una certa rilevanza, in particolare nell’amigdala in questo processo. Le emozioni suscitate da un odore, infatti, oltre ad agevolare una più rapida reazione ne favoriscono il consolidamento.

In conclusione

È dunque per queste ragioni che, anche se il naso possiede memoria, nel nostro cervello esiste un intero complesso di strutture deputate a identificare, registrare e risvegliare ricordi in base agli odori percepiti grazie a una vera e propria memoria olfattiva.

olfatto


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