Il 2020 è stato un anno molto difficile per tutti a causa della terribile pandemia da nuovo coronavirus, che ha costretto la quasi totalità del mondo a cominciare a vivere in maniera del tutto differente rispetto a prima.
Ci riferiamo non solo ai molteplici lockdown, ma anche alle diverse abitudini e stili di vita che tutti si sono trovati a dover adottare una volta fuori dalla zona rossa, e dunque fuori casa. Abbiamo ormai dei nuovi, irrinunciabili accessori, che per quanto poco amati e forse scomodi sono fondamentali per la nostra protezione, vale a dire mascherine e disinfettanti.
Il mercato legato a questi dispositivi di protezione è quindi cresciuto moltissimo ed oggi è possibile ad esempio acquistare mascherine antivirus sull’e-commerce Maskhaze, ma anche in numerosi negozi fisici. Attualmente indossare le mascherine è obbligatorio, sul nostro territorio, praticamente in tutti i luoghi pubblici, sia al chiuso che all’aperto.
Ciò vuol dire che non le mascherine vanno indossate non soltanto nei negozi, nei supermercati, banche e uffici in generale, ma anche quando semplicemente si cammina per strada. Ma quello che dall’inizio della pandemia molti si chiedono è: queste mascherine servono davvero a proteggerci dal contagio? È a questo quesito che cercheremo di rispondere in questo breve articolo.
Le mascherine servono davvero?
Rispondiamo immediatamente a questa domanda seccamente: sì, le mascherine servono a proteggerci, e molte evidenze scientifiche provano che sono utili a salvare molte vite. Addirittura ci sono studi che affermano che possa ridurre anche la gravità della malattia qualora si venga comunque infettati.
All’inizio della pandemia, però, non si era molto certi dell’utilità delle mascherine, anche perché non si sapeva ancora bene quali fossero le modalità di diffusione del coronavirus. inizialmente infatti si raccomandava l’uso soltanto a coloro che sapessero di essere infetti o ai sospetti tali. È chiaro però che in questo modo si teneva fuori una grossa fetta di contagiati, gli asintomatici, che pure però avevano la possibilità di infettare gli altri.
Le mascherine classiche, quelle che abbiamo sempre visto indossate dai medici e dagli operatori sanitari, sono le cosiddetta mascherine chirurgiche, e poi ci sono anche altre mascherine più filtranti, le N95. Queste vanno a filtrare il 95% di particelle con un diametro pari o superiore a 0,3 micrometri. Quando si è diffusa la notizia che potessero essere realmente utili per tutti per contenere la diffusione del contagio,queste mascherine sono andate a ruba.
Risultarono infatti esaurite in poco tempo, e la loro produzione è stata incrementata di molto per coprire il fabbisogno di un’intera nazione, considerando anche che queste vanno cambiate spesso in quanto hanno una durata limitate dell’ordine di ore.
Di fronte a queste enorme domanda di dispositivi di protezione, gli scienziati si sono chiesti se effettivamente queste mascherine fossero necessarie per tutti, o se magari potessero bastare quelle di stoffa.
Questi sono solitamente risultati che si ottengono solo col tempo e con le adeguate sperimentazioni, ma in questa emergenza sanitaria non è stato possibile attendere tempi e risultati troppo lunghi, dunque gli scienziati si sono basati principalmente sui risultati empirici, e su studi osservazionali e di laboratorio.
Le prime conferme riguardo al buon funzionamento delle mascherine sono arrivate all’inizio dell’estate, ad esempio dalle evidenze emerse dai raduni di massa. Se prendiamo ad esempio le proteste del movimento Black Lives Matter negli Stati Uniti, vediamo che la maggior parte dei partecipanti indossava la mascherina, dunque non hanno portato un grosso picco di contagio.
Diverso invece è stato il caso di un campo estivo in Georgia, in cui i ragazzi non erano stati obbligati a indossare la mascherina e di conseguenza il virus si è diffuso senza alcun freno. Quindi questo dava già una prima idea di quanto delle mascherine possano cambiare le cose.
Uno studio più approfondito è stato condotto nel corso di questi mesi, e si è notato che la mortalità settimanale in regioni in cui le mascherine erano obbligatorie era di quattro volte più bassa rispetto alle regioni dove questa non era raccomandata.
Questo studio è stato condotto su più di 200 paesi, tra cui la Mongolia, che aveva reso obbligatorie le mascherine già a gennaio e a maggio non registrava nessuna morte per Covid-19, dato estremamente significativo.
Le mascherine abbassano la gravità della malattia
L’importanza delle mascherine è inoltre dimostrata da un altro studio, condotto sotto la guida di Kwok-Yung Yuen all’Università di Hong Kong. In questa sperimentazione sono stati messi in gabbia adiacenti e comunicanti tramite condotti coperti da mascherine criceti sani e criceti contagiati.
Si è notato che in assenza delle mascherine, circa due terzi dei criceti sani veniva infettato; quando invece venivano utilizzate le mascherine solo il 25% degli animali risultava essere infetto. In più, questi che riuscivano comunque ad infettarsi, sviluppavano una malattia molto meno grave rispetto agli altri che non avevano alcuna difesa.
Dunque ciò va a dimostrare che non solo le mascherine sono importantissime da utilizzare per proteggersi dal contagio e sono funzionanti, ma che permettono anche di sviluppare una forma più tollerabile di Covid-19 nel caso ci si contagiasse lo stesso nonostante il loro utilizzo.
Proprio per questo sono dei dispositivi di protezione assolutamente irrinunciabili. Studi come quelli descritti possono essere trovati anche su siti a carattere scientifico, che forniscono anche maggiori particolari e chiarimenti per chi vi fosse interessato.
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ReplyDeleteHAPPY WEEK DEAR
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